Il pesce in scatola è spesso sottovalutato, ma oggi sempre più studi ne confermano i numerosi benefici nutrizionali. Sebbene in passato si sia pensato che i processi di conservazione potessero ridurre il valore nutrizionale del pesce, la realtà è ben diversa. Il pesce in scatola conserva intatti i nutrienti essenziali, tra cui proteine, vitamine e acidi grassi omega-3, benefici per la salute.
Le prove scientifiche del beneficio del pesce in scatola
Secondo il gastroenterologo e nutrizionista Luca Piretta, docente all’Università Campus Biomedico di Roma, “il pesce in scatola è un alimento sano, ricco di nutrimenti vitali e conveniente da conservare.” Andrea Poli, presidente della Nutrition Foundation of Italy, conferma che la conservazione del pesce non ne riduce il contenuto nutrizionale. L’efficacia di queste conserve si estende anche alla prevenzione di malattie croniche, tra cui alcuni tipi di tumore, come il cancro al colon-retto. Uno studio dell’Istituto Mario Negri di Milano ha mostrato che il consumo regolare di tonno, sgombro o sardine in scatola riduce il rischio di tumore del 34%. Questo è un dato importante, soprattutto considerando la crescente popolarità di questi prodotti durante la pandemia di Covid-19, grazie alla loro lunga conservazione e facilità di utilizzo.
Il ruolo dell’olio di conservazione
Un altro aspetto fondamentale delle conserve ittiche è l’olio di conservazione, che spesso viene scartato. In realtà, l’olio contiene nutrienti preziosi come la vitamina A, fondamentale per il sistema immunitario e la salute delle ossa. Non solo il pesce in scatola è un’opzione nutriente, ma anche l’olio di conservazione contribuisce al valore complessivo di questi alimenti.
Pesce in scatola e prevenzione del cancro: un connubio benefico
Numerosi esperti concordano nel sottolineare che il pesce, fresco o in scatola, ha un ruolo protettivo nella prevenzione di malattie, in particolare nei tumori gastrointestinali. Gli studi condotti in Italia confermano una correlazione positiva tra il consumo di pesce in scatola e una riduzione del rischio di tumore al colon-retto. L’analisi degli stili di vita e delle abitudini alimentari ha rivelato che chi consuma pesce in scatola due o più volte alla settimana presenta un rischio inferiore del 34% di sviluppare questa forma di cancro. Inoltre, il pesce in scatola si distingue dalle carni lavorate come i salumi, il cui consumo è stato associato a un aumento del rischio di tumori.
Un’opzione salutare ed economica per tutti
Il tonno in scatola, così come lo sgombro e le sardine, è una fonte di proteine alta e di facile accesso. Rispetto alla carne rossa, rappresenta un’alternativa più salutare ed economica. La nutrizionista Lucilla Titta suggerisce di includere una o due porzioni alla settimana di pesce in scatola, abbinato a carboidrati integrali e verdure, come pasta al tonno e pomodoro o insalatone. Tuttavia, è importante prestare attenzione al contenuto di sale, che può essere piuttosto elevato nelle conserve.
L’importanza della sostenibilità e dei rischi ambientali
Sebbene il pesce in scatola rappresenti una scelta nutriente e pratica, non bisogna dimenticare gli impatti ambientali, soprattutto nel caso di tonno, una specie che può essere minacciata dalla pesca intensiva. I consumatori possono optare per specie meno note e più sostenibili, come il tonnetto striato, preferendo prodotti da pesca responsabile.
La mia scelta di pesce in scatola
In conclusione, il pesce in scatola si conferma un alimento nutriente, pratico e con un impatto ambientale relativamente basso, purché venga consumato con criterio e moderazione. Personalmente, nelle mie ricette quotidiane, non posso fare a meno dei prodotti di TONNOMARUZZELLA, che offrono una qualità eccellente e garantita, perfetti per arricchire ogni piatto con gusto e salute. Che si tratti di tonno, salmone, sgombro o alici, i prodotti TONNOMARUZZELLA sono la scelta ideale per chi cerca un’alimentazione sana e sostenibile.





